Negli Inventari n° 15 del 1774, conservato presso l’Archivio Vescovile di Todi, si legge:
“La Chiesa della Madonna del Giglio è situata sotto la porta vecchia fuori della terra nei proprj beni di essa Chiesa“.
Questa Chiesa apparteneva alla Compagnia della Madonna del Giglio, costituitasi il 1°novembre del 1300 ed è la più antica tra le numerose Confraternite o Compagnie che sono nate nel secondo millennio cristiano. Aveva, oltre le finalità di culto, anche quella di accogliere i poveri e i malati nel suo “Hospitalis Sancte Marie de lilio”, costruito sul lato nord della Chiesa.
Con la confisca dei suoi beni, avvenuta con l’unità d’Italia, nel giro di 50 anni la Compagnia si è estinta.
La Chiesa “si crede fondatamente esistere fin dal decimo quarto secolo”.
Tale ipotesi è confortata dall’affresco esistente al centro dell’altare e raffigurante la Madonna del Giglio con Bambino risalente, appunto, a quel periodo.
La chiesa come oggi si presenta è dell’inizio del XVII secolo e ne abbiamo conferma con la data 1617 scritta sulla pianella esterna che si trova sulla gronda, all’altezza della porta laterale (lato est o di fronte alle mura).
“Fu compita l’anno 1630 e benedetta nell’istesso anno colle facoltà di mons. Lodovico Cenci vescovo di Todi”.
La chiesa, nella forma attuale, è attribuita a Giandomenico Bianchi, noto per la costruzione, di qualche anno antecedente, del palazzo Cesi e della Chiesa del Crocifisso in Todi.
“La facciata è fatta di travertini ben lavorati”. E’ di una sola navata con cornicione intorno di mattoni. Vi sono tre archi per parte destinati alle cappelle. Di fronte l’arco maggiore e due gradini con tribuna fatta a volta e a cupola è l’altare maggiore, in legno, con figure intagliate come l’Eterno Padre ed Angeli con gigli in mano, opera di artigiani locali, probabilmente di Narni. Al centro troviamo l’affresco raffigurante Madonna col Bambino e il Giglio quasi completamente distrutto da mano barbara negli anni 70 – 80 del XX sec. Ai lati, coperti dalla cornice lignea, si intravedono altre figure di Santi, una delle quali è S. Antonio Abate.
In questa Chiesa si conservano 6 tele, una Pietà in travertino del XV sec. detta “Madonna Teutonica”. La prima tela, ora collocata sulla destra, entrando, rappresenta la Natività di Maria (XVIII sec.), restaurata all’inizio degli anni ‘90 del secolo appena concluso.
La seconda , sempre sulla destra, con effigie della Madonna SS.ma, S. Anna, S. Federico, e S. Caterina da Siena. E’ dell’inizio del XVII sec. e da alcuni viene attribuita, per lo splendido volto della Madonna, al Polinori. E’ stata restaurata, gravemente danneggiata, all’inizio degli anni ’90.
La terza, a destra all’interno del presbiterio, una Sacra Famiglia del XlX sec. che andò a ricoprire l’affresco trecentesco, che si trova nell’altare maggiore, fino agli anni 80 del xx sec.
Dall’altra parete, di fronte alla tela della Sacra Famiglia, si trova il grande quadro in cui sono effigiati S. Domenico, la Madonna SS.ma, S. Maria Maddalena, S. Caterina, con altre effigie di Domenicani in atto di adorazione con cornice di legno nero, e filetti d’oro.
Si trovava sopra dell’altare dedicato allo stesso Santo di Ius patronato della Famiglia Spada di Terni. Si conserva ancora, a metà della Chiesa entrando a sinistra, lo stemma della stessa famiglia in pietra.
Infine all’ingresso, sulla destra entrando, è stato collocato un quadro di tela proveniente dalla Chiesa di S. Antonio Abate della medesima Compagnia della Madonna del Giglio che si trovava sul lato ovest della piazza F. Cesi. Demolita la chiesa alla fine del XIX secolo, ormai fatiscente, i Confratelli collocarono in questa chiesa la tela già ricordata raffigurante “la Madonna SS.ma col Bambino in braccio, S. Giuseppe, S. Giovanni Battista, S. Antonio Abate, S. Sebastiano con alcune immagini di fratelli col sacco in atto di adorazione”. La tela si ritiene risalire alla fine del XVI secolo inizio del XVII. E’ stata restaurata all’inizio degli anni ’90.
Apparteneva alla medesima la chiesa di S. Antonio Abate e posta sull’altare dell’Addolorata “statua in travertino assai antica, rappresentante la Madonna SS.ma Addolorata col SS.mo suo Figlio in braccio morto”. Questa statua o Pietà era detta anche Madonna teutonica.
Vi sono altre immagini, di diversa grandezza, nel nostro territorio. Furono realizzate nel secolo XV con molta probabilità da Benedettini Tedeschi (da cui il nome “teutonica”) presenti per circa cento anni nelle nostre zone. Anche essa fu collocata in questa chiesa della Madonna del Giglio e nella nicchia come oggi appare al momento della demolizione della piccola Chiesa di S. Antonio Abate.
Si trova, inoltre, nella Cappella Spadaccini la tela raffigurante la SS.ma Trinità (XVI – XVII sec.) (seconda entrando a sinistra) che era nella chiesa omonima costruita nel XVI sec. e attaccata alla Chiesa di S. Francesco sul lato nord. Fu demolita, ormai fatiscente, nel 1926 con la motivazione di creare maggiore spazio alla più famosa chiesa di S. Francesco per volontà della potente famiglia Santini. La tela ci offre una iconografia, da tempo consolidata, sul mistero della Trinità.
Questa chiesa, a partire dal 19 giugno 1738, fu chiamata anche “Chiesa del Crocifisso”. Si cominciò “a venerare con particolare culto, in detta data, il SS.mo Crocifisso morto e schiodato senza croce posto ivi (in una cassa di legno) dalla pia mano di don Mattia Amadio di Mucciafora di Norcia, parroco del detto castello, sua patria Diocesi di Spoleto, missionario apostolico”.
Il crocifisso, ora ricordato, assai antico (XIV sec.), ancora esiste con relativa urna. Il crocifisso, restaurato nel 1998, fu collocato nella chiesa di S. Giuseppe e collocato a fianco dell’altare nell’anno 2000. Anche la Compagnia della madonna del Giglio aveva il suo Monte Frumentario.